La Letteratura è piena di case maledette: ville abbandonate, manieri sperduti nella brughiera, catapecchie di periferia. A Torino abbiamo la meravigliosa Villa del Bambino Urlante (Villa Scott), che in realtà non è abbandonata, ma in “Profondo Rosso”, sì.
Nessuno ha mai creato un condominio maledetto, almeno per quanto ne so io. Be’, forse sì: sono quasi certo che in qualche produzione coreana ci sia un fantasma (i coreani sono esperti in storie di fantasmi) che infesta uno di quei condomini impressionanti, dove gli appartamenti sembrano celle di un alveare, tutti uguali, addirittura con gli stessi mobili. Non riesco a immaginare nulla di più alienante, anche senza bisogno di presenze demoniache o ectoplasmatiche.
In ogni caso, in questa storia la casa maledetta è un condominio. Il Diamante, così veniva chiamato, è stato costruito seguendo la ferrea volontà dell’architetto Gonella, un vero “artista del mattone”. Questo edificio sarebbe stato il suo testamento artistico: un meraviglioso edificio, enorme, con pianta eptagonale, parco, palestra, cinema, piscina, vista stupenda sull’arco alpino. Qui Gonella avrebbe preso casa, insieme a amici e parenti, godendosi un posto meraviglioso.
Quattro morti inspiegabili hanno condannato questo posto all’oblio. Carlo Comiso, nipote di Gonella, trovato in una rimessa del condominio, schiacciato dalla macchina sotto la quale stava lavorando. Ma la Ferrari è ancora saldamente appoggiata ai supporti di sicurezza, e tra il corpo e la parte inferiore del motore ci sono diversi centimetri.
Maria Chiara Falchi, moglie di Gonella, ossessionata dalla forma fisica, rimane misteriosamente agganciata con le mani al tapis-roulant sul quale si stava allenando, e il tappeto abrasivo dell’attrezzo gli scava le carni delle cosce fino a ucciderla per emorragia. Ma nella palestra non c’è nulla che abbia potuto legare, anche temporaneamente, le mani della donna alle maniglie.
Don Maurizio Cibrario, cappellano della piccola chiesetta del condominio. Sospettato di pedofilia, era stato “ricollocato” in questo posto tranquillo dal Vescovo. Ma i vecchi vizi sono difficili da perdere, e un giorno in cui il prete aveva deciso di “entrare in confidenza” con uno dei piccoli abitanti del condominio, subisce un’emorragia violenta e inspiegabile proprio in quella zona alla quale aveva dedicato tutte le sue perversioni.
E infine Piero e Sabrina Gonella, otto e undici anni, nipoti del costruttore. Un mattino vengono trovati a faccia in giù nella piscina della palestra, dove sono andati di notte, senza alcun motivo plausibile. Ma nei loro polmoni non viene trovata traccia di acqua della piscina.
Questa è la goccia che fa traboccare il vaso, e tutti abbandonano l’edificio, compreso Gonella, che lo fa recintare con una muraglia altissima, con l’unico passaggio di un cancello impossibile da scavalcare, chiuso da un enorme lucchetto, di cui fa sparire la
chiave. Da allora una nebbia aleggia perennemente in quel luogo, rendendo l’aria caliginosa e tetra, impedendo la formazione di qualsiasi ombra. Nessuno ci si avvicina, nemmeno gli animali. Nemmeno gli insetti.
Gli unici che decidono di sfidare questa maledizione sono sei adolescenti che, per un compito scolastico, prendono la nefasta decisione di fare un documentario sul posto. Il gruppo impiega un po’ a capire che qualcosa non quadra. Piccoli incidenti disturbano le riprese: all’inizio sembrano semplici difetti tecnici, ma poco per volta i ragazzi scoprono con orrore che quello che vedono con i propri occhi è completamente diverso da quello che vedono con gli occhi elettronici delle telecamere e dei telefonini.
Questo è un romanzo che vuole fare paura. E ci riesce benissimo. Siete avvertiti.
Cosa dice chi l’ha già letto
A. Carlo, utente Amazon
Fluido e al tempo stesso caratterizzante, riesce a far rimanere incollati alla pagine in attesa di scoprire cosa accade. Una storia lineare e soprattutto ben costruita, che unitamente ad una narrazione coinvolgente ma non troppo prevedibile, rende molto piacevole e scorrevole la lettura. Che dire… sicuramente un libro da consigliare a chi ama il genere.
S. Desa, utente Amazon
Buon romanzo che si legge piacevolmente e avvince dalla prima all’ultima pagina. Mai banale, regala emozioni in “salsa nostrana”. Non tutto il thriller d’autore viene d’oltreoceano!
Samuele Gaggioli, utente Amazon
Un bel libro, ben narrato e con un ritmo sostenuto. È uno di quei libri davvero capaci di regalare brividi lungo la schiena e di rimanere in mente molto a lungo dopo averlo finito. Il condominio del titolo assomiglia a molte costruzioni che vediamo abbandonate ai margini delle nostre città, questo lo rende ancora più inquietante. I protagonisti sono dei ragazzi, ma non è un libro rivolto (solo) agli stessi. Libro assolutamente consigliato a chi ama il genere horror, complimenti all’autore.